R. R. J. Tolkien e il mistero dell’Anello
L’ anello rappresenta da secoli un ornamento simbolico e molto significativo.
Può essere realizzato nei più svariati materiali, come plastica, legno, vetro, metallo, ecc … anche se indubbiamente il metallo più gettonato e prezioso, rimane l’oro.
Oggi, viene indossato indifferentemente da uomini e donne su qualunque dito della mano, anche se nella cultura occidentale prevale l’uso dell’anulare sinistro, sede della “vena amoris”, la vena che congiungerebbe il dito al cuore: la vena dell’amore.
L’origine dell’anello è da ricercare all’età del bronzo, nonché nella civiltà cretese-micenea, nella quale diviene oggetto pregiato. Nel 1800 a.C., si diffonde l’anello-sigillo per documenti, simbolo di autorevolezza, che ancora oggi esibiscono alte cariche religiose.
Inoltre, agli anelli si attribuiscono qualità terapeutiche, di protezione contro malattie o, ancor peggio, maledizioni, soprattutto se dotate di pietre preziose.
La sua forma circolare ricorda l’Uroboro, il simbolo antico del serpente che si morde la coda, e lo suggella simbolo di eternità e di continuità.
E nel magnifico viaggio nella storia di questo affascinante gioiello, come non soffermarsi sul prezioso quanto potente anello che da anni appassiona il mondo della letteratura e del cinema; stiamo parlando dello scrittore e filologo inglese John Ronald Reuel Tolkien e dei suoi due romanzi Lo Hobbit, 1973 (The Hobbit,1937) ed Il Signore degli Anelli, 1970 (The Lord of the Rings, 1954-1955).
Tra fantasia e la realtà
Nell’ormai famosissimo universo immaginario fantasy ideato da Tolkien, emerge un protagonista su tutti. Non si tratta né di un Elfo, né di un Nano, né tantomeno di un saggio Stregone o di un giovane Hobbit. Di chi si tratta? Di un anello. Anzi, dell’Anello. Per la precisione, dell’Unico Anello.
L’anello forgiato dal potente spirito del male Sauron, l’Oscuro Signore di Mordor, allo scopo di sottomettere tutti i popoli liberi.
Pare che lo stesso Tolkien trasse ispirazione da un anello antico romano, realmente esistito, che era stato maledetto dal suo padrone.
Esso era infatti stato ritrovato da un contadino tra le rovine della città di fondazione romana di Silchester, recando un’iscrizione di enorme importanza: Senicianus, il plausibile nome del proprietario.
Ma assieme alla località di Silchester, è doveroso citare Dwarf Hill, ovvero la collina dei Nani. Qui, infatti, fu rinvenuta una tavoletta di argilla nella quale si ripresenta il nome di Senicianus, con la seguente dicitura:
«Nessuno che porti il nome di Senicianus abbia salute fino a quando non avrà riportato l’anello al tempio di Nodens»
Proprio questa tavoletta, assieme all’anello e alla maledizione iscritta, furono oggetto di studi da parte di Tolkien proprio negli anni precedenti la stesura de Lo Hobbit.
La storia dell’Unico Anello
La realizzazione di gioielli rappresentava una nota specialità elfica affinata nei millenni dai mastri orafi, specialmente quelli appartenenti alla regione dell’Eregion. Nell’anno 1600, durante la Seconda Era di Arda, si contraddistinse per tale arte Celebrimbor, il quale elevò le sue abili capacità mediante la forgiatura di oggetti magici. In ognuno di essi era racchiuso un potere.
Conscio di ciò e desideroso di impossessarsi di tale potere, il malvagio Sauron, si fece accogliere in Eregion sotto le false vesti del Signore dei Doni, Annatar, ed iniziò ad impartire consigli e ad istruire i già esperti mastri orafi. La loro arte manifatturiera crebbe al punto che decisero di forgiare gli Anelli del Potere.
Questi, furono originariamente diciannove e vennero distribuiti nel seguente modo: nove anelli furono dati agli Uomini, sette ai signori dei Nani e tre al popolo degli Elfi. Di questi, solo i Tre erano immacolati e potentissimi, in quanto forgiati esclusivamente dall’elfo Celebrimbor senza l’ausilio di Sauron. Quest’ultimo, dal canto suo, desiderava impossessarsene e, per insorgere contro il popolo elfico, decise a sua volta di forgiare un Anello del Potere in grado di superare addirittura la forza degli altri e che fosse in grado di controllarli e controllarne i possessori.
Ed ecco l’origine dell’Unico Anello, l’ultimo plasmato in ordine cronologico degli Anelli del Potere ad opera dell’Oscuro Signore Sauron, il quale, per potersi assicurare il controllo sugli altri anelli, vi infuse all’interno parte del proprio potere.
Caratteristiche magiche dell’Anello
L’Unico Anello rappresenta un manufatto perfetto in ogni suo aspetto che non presenta gemme o cesellature, al contrario degli altri Anelli del Potere e per esplicito volere del malvagio Sauron, che cercò di occultare l’Anello degli Anelli sotto le apparenze di un tesoro modesto.
Esso è costituito in oro e presenta la peculiarità di adattarsi in dimensione al dito del suo possessore, sia esso un Uomo, uno Hobbit, Sauron stesso o altre creature.
In condizioni normali, presenta una superficie liscia ed uniforme, ma sottoposto a fonti di calore, mostra una scritta incandescente nei caratteri della lingua di Mordor, Tengwar:
«Ash nazg durbatulûk, ash nazg gimbatul,
Ash nazg thrakatulûk agh burzum-ishi krimpatul»
«Un Anello per domarli, un Anello per trovarli,
un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli»
Pare che questa sia stata la frase pronunciata da Sauron subito dopo la forgiatura dell’Unico Anello; enunciato che permise all’elfico fabbro Celebrimbor di capire le maligne intenzioni dell’Oscuro Signore, nonché motivo della sua uccisione da parte di Sauron stesso.
Esiste solo un modo per sconfiggere il malvagio Signore: distruggere l’Anello. Per far sì che questo accada, è necessario sottoporre il manufatto al calore con cui fu plasmato, condizione che si presenta solamente nella lava del Monte Fato in tutta la Terra di Mezzo.
Effetti e del destino dei Portatori
Il Portatore dell’Anello viene proiettato dalla realtà fisica alla realtà spirituale, dimensione nella quale è possibile controllare tutti gli Anelli del Potere attraverso l’impiego dei poteri che Sauron ha avuto prima di smarrire l’Anello.
Egli viene corrotto lentamente ed inesorabilmente, nonché reso immortale finché rimane in possesso dell’Unico Anello.
Solitamente, però, il primo effetto notato dato dell’Anello è l’invisibilità: esso infatti, nasconde al mondo fisico colui che lo indossa, rendendolo però molto percettibile agli esseri spirituali, quali i Nazgûl.
È nel luogo in cui è stato forgiato, nella Terra di Mordor, che la forza prodigiosa dell’Anello si sprigiona all’ennesima potenza: qui, il suo possessore riesce ad impiegarlo inconsapevolmente anche senza indossarlo.
Fra coloro che hanno portato l’Unico Anello, solo tre perdurarono alla sua disintegrazione. Il primo, Bilbo Baggins, lo portò più degli altri ed ebbe una vita longeva.
Il secondo, Frodo Baggins, ne rimase molto colpito, sia nel corpo sia nello spirito. Il terzo ed ultimo, Sam, non riportò conseguenze rilevanti.